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Full Name
Respighi, Ottorino
 
Person Role
Compositore
Musicologo
Direttore d'orchestra
 
Birth Date
09-07-1879
 
Birth Year
1879
 
Birth Place
 
Death Date
18-04-1936
 
Death Year
1936
 
Death Place
 
Biography
Ottorino Respighi, Accademico d'Italia (Bologna, 9 luglio 1879 – Roma, 18 aprile 1936), è stato un compositore, musicologo e direttore d'orchestra italiano. Appartiene al gruppo di musicisti reali artefici del rinnovamento della musica italiana di quegli anni, noti come "generazione dell'Ottanta", insieme ad Alfredo Casella, Franco Alfano, Gian Francesco Malipiero e Ildebrando Pizzetti.[1] Respighi compose molte opere di vario genere (sonate, concerti, suites, opere liriche, cicli per voce e pianoforte e altro), ma è noto soprattutto per una serie di poemi sinfonici dedicati a Roma (la Trilogia romana) di cui il secondo, I pini di Roma, è il più celebre e di gran lunga il più inciso.[2] Fu anche attivo come trascrittore e musicologo; in quest'ottica s'inseriscono le Antiche arie e danze per liuto (suites I, II e III), orchestrazione di brani rinascimentali, ma anche le trascrizioni per orchestra della Passacaglia BWV 582 di Johann Sebastian Bach, degli Études-Tableaux di Rachmaninoff e di brani originariamente scritti per pianoforte da Gioachino Rossini. S'interessò inoltre di musica gregoriana e produsse un Concerto gregoriano per violino e orchestra (1921) e la suite sinfonica Vetrate di chiesa (1926), basata su melodie gregoriane. Biografia L'ingresso di Palazzo Fantuzzi, prima dimora di Respighi. Ottorino Respighi era il terzo e ultimo figlio di Giuseppe Respighi, figlio a sua volta di un organista del duomo di Borgo San Donnino (l'attuale Fidenza), e di Ersilia Putti, discendente da una famiglia di scultori di prestigio[3]. Iniziò gli studi musicali di pianoforte e violino sotto la guida del padre Giuseppe, per poi frequentare la classe di composizione di Giuseppe Martucci e la classe di violino di Federico Sarti presso il Conservatorio di Bologna, suonare nell'orchestra del Teatro Comunale di Bologna e recarsi in Russia in qualità di prima viola dell'orchestra del Teatro Imperiale a San Pietroburgo per la stagione d'opera italiana; fu in quel contesto che ebbe modo di studiare, per cinque mesi, con Nikolaj Rimskij-Korsakov, con il quale poté apprendere a fondo l'arte della sinfonia orchestrale e del poema sinfonico. Nel 1908 fu chiamato a Berlino dal famoso soprano ungherese di fama internazionale Etelka Gerster come pianista accompagnatore della sua scuola di canto, incarico che gli permise di conoscere Arthur Nikisch, Ferruccio Busoni, nonché di studiare composizione con Max Bruch. Fino al 1908 la sua attività principale fu quella di violista (fece parte anche del "Quintetto Mugellini" insieme ai violinisti Mario Corti e Romualdo Fantuzzi, al violoncellista Antonio Certani e al pianista Bruno Mugellini), in seguito si dedicò interamente alla composizione. Ottorino Respighi nel 1935 Respighi si trasferì a Roma nel 1913, dove visse per il resto della sua vita; fu docente di composizione del Conservatorio Santa Cecilia, di cui fu anche direttore dal 1923 al 1926. Il 23 marzo 1932, Respighi fu eletto Membro dell'Accademia d'Italia fondata da Benito Mussolini. Fu membro della Massoneria[4]. Tomba di Respighi alla Certosa di Bologna, Italia Nel 1919 Respighi sposò Elsa Olivieri Sangiacomo, compositrice, cantante e pianista che era stata sua allieva al conservatorio, e che completa assieme a Ennio Porrino (anch'egli suo allievo a Roma) l'ultima opera lirica, Lucrezia, lasciata incompiuta dal maestro che morì infatti per un'endocardite nel 1936, all'età di cinquantasei anni e otto mesi, nella sua villa romana "I Pini" in via della Camilluccia (acquistata dai Principi Colonna e risistemata con i consigli dell'architetto Marcello Piacentini, che disegnò fra l'altro il caminetto nello studio). Ottorino ed Elsa Respighi sono sepolti insieme nel cimitero monumentale della Certosa di Bologna, il loro sarcofago si trova nel Campo Carducci, lato ovest, al numero 12/2, vicino al monumento a Giosuè Carducci.[5] Il 19 giugno, dopo la morte del maestro sinfonista, il tratto di via de' Castagnoli a fianco del Teatro Comunale dove egli visse da ragazzo con la sua famiglia venne intitolato "largo Respighi".